Le donne del club omicidi by James PATTERSON & Maxine PAETRO

Le donne del club omicidi by James PATTERSON & Maxine PAETRO

autore:James PATTERSON & Maxine PAETRO
La lingua: ita
Format: mobi
ISBN: 9788846208835
editore: Longanesi & C., Milano
pubblicato: 2007-10-28T23:00:00+00:00


78

Fui svegliata dal telefono che suonava sul comodino. Risposi al secondo squillo e mi resi conto che Joe se n’era andato: sulla sedia dove la sera prima aveva appeso i suoi vestiti c’era un biglietto.

«Joe?»

«Sono Yuki, Lindsay. Ti ho svegliato?»

«No, no, ero sveglia», mentii.

Mi parlò per cinque minuti, a raffica come sempre, e quando misi giù decisi che non sarei più riuscita a riaddormentarmi. Lessi il biglietto molto affettuoso che mi aveva lasciato Joe, mi infilai una tuta, misi il guinzaglio a Martha e andai a correre sulla spiaggia con lei.

Dal mare soffiava una brezza tesa e pulita. Ci incamminammo verso nord e, fatta poca strada, mi sentii chiamare per nome. Vidi una bambina che correva sulla sabbia verso di me.

«Lindsay! Lindsay!»

«Allison! Ciao, tesoro!»

La figlia di Carolee mi abbracciò, poi si chinò per salutare Martha.

«Ali, sei sola?»

«Stiamo facendo una gita», mi rispose indicando un gruppo di persone e di ombrelloni in lontananza. Avvicinandomi, sentii cantare la canzone di Survivor e vidi Carolee che mi veniva incontro.

Ci baciammo e Carolee mi presentò i suoi «figli».

«Come si chiama il tuo bastardino?» mi domandò un bambino di undici o dodici anni con i capelli arruffati e pieni di sabbia.

«Non è un bastardino. Si chiama Martha ed è un border collie.»

«Non assomiglia a Lassie, però», disse una bambina con i ricci biondissimi e un occhio nero.

«No. I border collie sono una razza diversa da quella di Lassie. Vengono dall’Inghilterra e dalla Scozia e sono cani da lavoro. Da pastore, per la precisione: radunano pecore e mucche nei pascoli.»

A quel punto mi ero conquistata l’attenzione di tutti e Martha mi guardava come se avesse capito che parlavo di lei.

«Bisogna insegnare loro a rispondere ai comandi, naturalmente, ma sono animali molto intelligenti. Prendono sul serio il loro lavoro e si sentono responsabili del gregge o della mandria che viene loro affidata.»

«Ci fai vedere? Dai, Lindsay, mostraci che cosa sa fare Martha!» esclamò Allison.

Sorrisi e domandai: «Chi vuole fare la pecora?»

I bambini ridacchiarono, ma ben quattro, più Allison, si offrirono volontari. Dissi loro di sparpagliarsi e correre per la spiaggia, poi liberai Martha.

«Martha, riportali», le dissi. Il mio cane corse verso i bambini, che gridavano e cercavano invano di sfuggirle: Martha era agile e veloce e quando si mise ad abbaiare a testa bassa ai loro piedi, i ragazzini si radunarono e corsero avanti in formazione piuttosto compatta.

«Qui», gridai e Martha spinse i bambini, in cerchio, verso la riva. «Via!» ordinai allora e lei li fece tornare verso gli scogli. I bambini ridevano felici.

«Ora basta», gridai e il mio bel cane bianco e nero li tenne radunati correndo loro intorno, spingendoli poco alla volta verso gli ombrelloni.

«Ferma, Martha», ordinai. «Brava. Bravissima.»

Martha abbaiò soddisfatta e mi venne vicino, mentre i bambini battevano le mani e acclamavano. Carolee distribuì bicchieri di succo di arancia e ci fu un brindisi collettivo in nostro onore. Dopo, quando l’attenzione si spostò altrove, presi in disparte Carolee e le raccontai quel che mi aveva detto Yuki.

«Ho bisogno di un favore», le dissi.

«Non hai che da chiedere», rispose.



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